Immaginate di entrare in una macchina del tempo che vi trasporta indietro negli anni ’70, dove l’avventura dei videogiochi casalinghi stava prendendo il via. Il nostro viaggio inizia con una piccola scatola di plastica chiamata Atari 2600, un dispositivo che ha conquistato il cuore di milioni di persone e dato il via a un’industria multimiliardaria.
Atari 2600, conosciuta anche come Atari Video Computer System (VCS), introdotta nel 1977, può essere considerata la mamma delle moderne console da gioco. Funzionava inserendo delle cartucce pre-programmate che contenevano diversi giochi. Questo significava che non dovevi più andare in una sala giochi per giocare a classics come “Space Invaders” o “Pac-Man”; potevi goderteli comodamente dal divano di casa.
Il funzionamento di Atari 2600 era piuttosto basilare secondo gli standard odierni. Aveva un processore MOS 6507, che era una versione economica del più potente MOS 6502, e poteva gestire solamente 128 byte di memoria. Sì, avete letto bene, byte, non megabyte o gigabyte come le console di oggi! Nonostante le limitazioni, gli sviluppatori riuscirono a creare esperienze di gioco indimenticabili che hanno lasciato il segno nella cultura popolare.
Andando avanti nel tempo, arriviamo agli anni ’80 e ’90, un periodo definito l’età dell’oro dei videogiochi casalinghi. Qui, colossi come Nintendo e SEGA iniziarono a dominare il mercato. La Nintendo Entertainment System (NES), lanciata nel 1985, portò giochi innovativi come “Super Mario Bros” e “The Legend of Zelda”. Questi titoli offrivano mondi più vasti e dettagliati e un gameplay che li faceva sembrare romanzi interattivi piuttosto che semplici passatempi. La console NES era dotata di un processore 8-bit e una memoria RAM di 2KB, che era una quantità enorme se confrontata con quella di Atari 2600.
Entrando negli anni ’90, la tecnologia delle console vide un salto quantum con l’introduzione di sistemi a 16-bit come il Super Nintendo Entertainment System (SNES) e il SEGA Genesis. Anche la grafica fece passi da gigante, grazie a chip più potenti e alla capacità di gestire una palette di colori molto più ampia.
Poi, nel 1994, entra in scena la Sony PlayStation, che portò i giochi in tre dimensioni nelle case di tutto il mondo. Con il suo processore a 32-bit e la possibilità di leggere i giochi da CD-ROM, la PlayStation fu un punto di svolta significativo, offrendo una grafica sorprendentemente realistica per l’epoca e giochi memorabili come “Final Fantasy VII” e “Metal Gear Solid”.
Il nuovo millennio vide l’arrivo di console come la Xbox di Microsoft e la PlayStation 2 di Sony, che portarono l’esperienza di gioco al livello successivo con hardware ancora più potente, giochi in DVD, e la possibilità di connettersi a Internet.
La nostra ultima tappa nel viaggio è l’attuale Nintendo Switch, lanciata nel 2017. La Switch ha rivoluzionato il concetto di gioco casalingo e portatile fondendoli insieme. Questo significa che puoi iniziare a giocare su un grande schermo TV e poi, semplicemente staccando la console dalla sua base e attaccandoci i controller rimovibili chiamati Joy-Con, continuare la stessa sessione di gioco ovunque tu vada. A livello tecnico, la Switch utilizza un processore personalizzato basato su un’architettura NVIDIA Tegra, che è un chip comunemente presente nei dispositivi mobili, offrendo una potente capacità di elaborazione in una forma compatta.
Il mondo delle console videoludiche è un chiaro esempio di come la tecnologia abbia fatto passi da gigante in poche decadi. Da semplici scatole con capacità di memoria che oggi troveremmo riduttive, siamo passati a macchine complesse che offrono esperienze immersive sia sul grande schermo che in movimento. Ogni console ha portato con sé nuove idee, spingendo i limiti di ciò che i videogiochi possono offrire e come interagiamo con essi. L’evoluzione continua e non vediamo l’ora di vedere cosa ci riserverà il futuro.
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