Col termine “cloud computing” si intende la tecnologia che permette di ricevere servizi informatici, inclusi: server, storage, database, networking, software, analisi e intelligence, su Internet (“il cloud”) per offrire innovazione più rapida, risorse flessibili ed economie di scala.
Invece di possedere la propria infrastruttura informatica o data center, le aziende possono noleggiare l’accesso a qualsiasi cosa: applicazioni, spazio d’archiviazione, provider di servizi cloud e così via.
Uno dei principali vantaggi dell’utilizzo dei servizi di cloud computing è che le aziende possono evitare il costo iniziale e la complessità di possedere e mantenere la propria infrastruttura IT, pagando, piuttosto, semplicemente per ciò che utilizzano, quando lo utilizzano.
A loro volta, i fornitori di servizi di cloud computing possono beneficiare di significative economie di scala fornendo gli stessi servizi a un’ampia gamma di clienti.
Quali servizi sono disponibili?
I servizi di cloud computing offrono, al giorno d’oggi, una vasta gamma di opzioni di servizio.
Dai più più basici: storage, networking e potenza di elaborazione, fino all’elaborazione del linguaggio naturale e all’intelligenza artificiale, nonché alle applicazioni standard per ufficio. Praticamente qualsiasi servizio che non richieda di essere fisicamente vicino all’hardware del computer che stai utilizzando ora può essere fornito tramite il cloud, anche il calcolo quantistico.
Ogni giorno, attraverso il cloud computing, vengono sfruttati servizi consumer come Gmail o il backup su cloud delle foto del tuo smartphone, fino ad arrivare ai servizi che consentono alle grandi aziende di ospitare tutti i loro dati ed eseguire tutte le loro applicazioni nel cloud. Ad esempio, Netflix si affida a servizi di cloud computing per garantire il suo servizio di streaming video (attraverso CDN) e lo stesso vale per gli altri sistemi aziendali.
Il cloud computing sta diventando l’opzione predefinita per molte app: i fornitori di software offrono sempre più le loro applicazioni come servizi su Internet anziché come prodotti stand-alone mentre cercano di passare a un modello di abbonamento. Tuttavia, il cloud computing presenta potenziali svantaggi, in quanto può anche introdurre nuovi costi e nuovi rischi per le aziende che lo utilizzano.
Perché si chiama “cloud computing”?
Un dettaglio fondamentale alla base del cloud computing è che la posizione del servizio (e molti dettagli come l’hardware o il sistema operativo su cui è in esecuzione) sono in gran parte irrilevanti per l’utente. È partendo da questa idea che la metafora della nuvola è stata presa in prestito dal classico immaginario delle telecomunicazioni, in cui la rete telefonica pubblica (e successivamente Internet) era spesso rappresentata come una nuvola per indicare che la posizione non contava (era qualcosa di sospeso nel vuoto, fluttuante, in movimento).
Questa è ovviamente una semplificazione eccessiva: per molti clienti, l’ubicazione dei loro servizi e dati rimane una questione fondamentale.
Allargando la visuale, possiamo poi affermare che il concetto di “informatica come servizio” (quale è il cloud computing) esiste fin dagli anni ’60, quando gli uffici informatici consentivano alle aziende di affittare tempo su un mainframe, piuttosto che doverne acquistare uno da soli.
Questi servizi di “condivisione del tempo” sono stati ampiamente superati dall’ascesa del PC, che ha reso il possesso di un computer molto più conveniente, e poi, a sua volta, dall’ascesa dei data center aziendali in cui le aziende avrebbero archiviato grandi quantità di dati.
Ma il concetto di affittare l’accesso alla potenza di calcolo è riemerso più volte (nei fornitori di servizi applicativi, nell’utility computing e nel grid computing della fine degli anni ’90 e dell’inizio degli anni 2000). Questo è stato seguito dal cloud computing, che ha davvero preso piede con l’emergere del software come servizio e dei provider di cloud computing iperscalabile come gli Amazon Web Services.
Quanto è importante il cloud?
La costruzione dell’infrastruttura per supportare il cloud computing ora rappresenta una fetta significativa di tutte le spese effettuate in campo IT.
In effetti, è sempre più chiaro che quando si tratta di piattaforme informatiche aziendali, piaccia o no, il cloud ha vinto.
Secondo Gartner (una società per azioni multinazionale che si occupa di consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo della tecnologia dell’informazione) entro il 2025 più della metà della spesa IT sarà passata dalle soluzioni tradizionali al cloud pubblico (un ulteriore passo avanti rispetto al 41% del 2022). Si stima che il 66% della spesa sul software applicativo avverrà tramite cloud computing (rispetto al 57,7% del 2022). (Qui sono riportati tutti i dati).
Questo è un cambiamento che ha preso slancio solo nel 2020 e nel 2021 quando le aziende hanno accelerato i loro piani di trasformazione digitale durante la pandemia. I blocchi durante la pandemia hanno mostrato alle aziende quanto fosse importante poter accedere alla propria infrastruttura informatica, alle applicazioni e ai dati da qualsiasi luogo in cui lavorasse il personale, non solo da un ufficio.
Gartner ha affermato che la domanda di capacità di integrazione, processi di lavoro agili e architettura componibile guiderà il continuo passaggio al cloud.
Che le proporzioni del budget per lo sviluppo del cloud continui a crescere è confermato anche da altri grandi analisti in campo tecnologico come: IDC e Canalys .
Quest’ultimo, in particolare, sostiene che esiste già una nuova opportunità di crescita per il cloud all’orizzonte, sotto forma di realtà aumentata, realtà virtuale e metaverso.
Secondo Canalys, questo sarà un driver significativo sia per la spesa dei servizi cloud che per l’implementazione dell’infrastruttura nel prossimo decennio. Per molti versi, il metaverso assomiglierà a Internet oggi, con funzionalità avanzate e un tasso di consumo di calcolo amplificato.
Quali sono gli elementi fondamentali del cloud computing?
Il cloud computing può essere suddiviso in una serie di diversi elementi costitutivi, concentrandosi su diverse parti dello stack tecnologico e differenti casi d’uso. Diamo un’occhiata nel dettagliato ad alcuni dei più noti.
L’infrastruttura come servizio
Infrastructure as a Service (IaaS) si riferisce agli elementi costitutivi fondamentali dell’informatica che possono essere noleggiati: server fisici o virtuali, storage e networking. Questo è interessante per le aziende che vogliono creare applicazioni da zero e vogliono controllare quasi tutti gli elementi stessi, ma richiede alle aziende di avere le competenze tecniche per essere in grado di orchestrare servizi a quel livello.
La piattaforma come servizio
Platform as a Service (PaaS) è il livello successivo: oltre allo storage, alla rete e ai server virtuali sottostanti, questo livello include anche gli strumenti e il software necessari agli sviluppatori per creare applicazioni, che potrebbero includere middleware, gestione del database , sistemi operativi e strumenti di sviluppo.
Il software come servizio
Software as a Service (SaaS) è la fornitura di applicazioni come servizio, probabilmente la versione del cloud computing a cui la maggior parte delle persone è abituata quotidianamente. L’hardware e il sistema operativo sottostante sono irrilevanti per l’utente finale, che accederà al servizio tramite browser web o app (viene spesso acquistato per postazione o per utente).
Il software come servizio è la fetta più grande del budget per il cloud semplicemente perché la varietà di applicazioni fornite tramite SaaS è enorme, da CRM come Salesforce, fino a Microsoft Office 365. E mentre l’intero mercato sta crescendo a un ritmo frenetico, sono i segmenti IaaS e PaaS che sono cresciute costantemente a ritmi molto più rapidi.
Che cos’è il “multi-cloud computing”?
Mentre i grandi fornitori di cloud sarebbero molto felici di fornire tutte le esigenze informatiche dei loro clienti aziendali, sempre più aziende cercano di distribuire il carico su un certo numero di fornitori. Tutto ciò ha portato all’ascesa del multi-cloud. Parte di questo approccio consiste nell’evitare di essere vincolati a un solo fornitore (che può portare al tipo di costi elevati e alla rigidità che spesso si sostiene che il cloud eviti), e in parte consiste nel trovare il miglior mix di tecnologie al mondo.
Ciò significa che essere in grado di connettere e integrare servizi cloud di più fornitori sarà una sfida nuova e crescente per le aziende. I problemi qui includono carenze di competenze (mancanza di lavoratori con esperienza su più cloud) e differenze di flusso di lavoro tra ambienti cloud. I clienti vorranno anche gestire tutte le loro diverse infrastrutture cloud da un’unica posizione, semplificare la creazione di applicazioni e servizi e quindi spostarli e garantire che gli strumenti di sicurezza possano funzionare su più cloud.
Vantaggi e svantaggi del cloud computing
I vantaggi, naturalmente, varieranno a seconda del tipo di servizio cloud utilizzato ma, a livello generale, l’utilizzo di servizi cloud comporta che le aziende non devono acquistare o mantenere la propria infrastruttura informatica.
Niente più acquisto di server, aggiornamento di applicazioni e sistemi operativi, o smantellamento e smaltimento di hardware o software quando iniziano ad essere datati, poiché tutto è curato dal fornitore. Per le applicazioni di base, come la posta elettronica, può avere senso passare a un provider cloud, piuttosto che affidarsi alle competenze interne. È probabile che un’azienda specializzata nella gestione e nella protezione di questi servizi abbia competenze migliori e personale più esperto di quanto una piccola impresa potrebbe permettersi di assumere, quindi i servizi cloud potrebbero essere in grado di fornire un servizio più sicuro ed efficiente agli utenti finali.
Sfruttando servizi cloud le aziende possono procedere più velocemente sui progetti e testare concetti senza lunghi acquisti e ingenti costi iniziali, perché le aziende pagano solo per le risorse che consumano. Questo concetto di agilità aziendale è spesso menzionato dai sostenitori del cloud come un vantaggio chiave. La possibilità di creare nuovi servizi senza il tempo e lo sforzo associati all’approvvigionamento IT tradizionale si traduce in una maggiore semplicità iniziale a utilizzare le nuove applicazioni più velocemente. E se una nuova applicazione risulta essere estremamente popolare, la natura elastica del cloud significa che è più facile scalarla rapidamente.
Per un’azienda con un’applicazione che presenta grandi picchi di utilizzo (ad esempio una che viene utilizzata solo in un determinato momento della settimana o dell’anno) potrebbe avere senso, dal punto di vista finanziario, ospitarla nel cloud anziché disporre di hardware e software dedicati inattivi per la maggior parte del tempo. Il passaggio a un’applicazione ospitata nel cloud per servizi come email o CRM potrebbe eliminare un onere per il personale IT interno.
Alcune aziende, però, potrebbero essere riluttanti a ospitare dati sensibili in un servizio utilizzato anche dai concorrenti. Passare a un’applicazione SaaS può anche significare che stai utilizzando le stesse applicazioni di un concorrente, il che potrebbe rendere difficile creare un vantaggio competitivo se quell’applicazione è fondamentale per la tua attività.
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