Avere una chiacchierata con Siri o Alexa è ormai cosa comune, ma ti sei mai chiesto come queste macchine “pensano” e “imparano” da noi? È tutta questione di intelligenza artificiale (IA), che non è altro che un campo della tecnologia incentrato sulla creazione di macchine capaci di agire con la stessa astuzia di una persona.
Partiamo dalla base: cosa rende “intelligente” una macchina? Al centro di tutto ci sono degli algoritmi, che sono come delle ricette dettagliate che dicono al computer come svolgere determinate attività. Il bello è che alcuni di questi algoritmi sono ispirati proprio dal nostro cervello, soprattutto dalle reti di neuroni che lo compongono.
Immagine il cervello umano come una vasta rete di autostrade dove i pensieri sono auto che viaggiano da una parte all’altra. In modo simile, nell’IA si usano le cosiddette reti neurali: un insieme di punti (neuroni artificiali) connessi tra loro, dove ogni punto riceve e invia informazioni (dati) come se passasse il testimone in una gara di staffetta.
La magia avviene quando dobbiamo insegnare a queste reti neurali come comportarsi. Questo processo è chiamato apprendimento automatico, o machine learning in inglese. Come esempio, se vogliamo che una IA riconosca una foto di un gatto, le mostreremo migliaia di immagini di gatti. Ogni volta che indovina, si registra “Ehi, quello che ho fatto funzionava!” e ogni volta che sbaglia si segna “Ops, quello non andava bene”. Così facendo, impara a riconoscere meglio i gatti in futuro.
È qui che la programmatzione diventa davvero sofisticata perché si può procedere a un livello ancora più profondo con l’apprendimento profondo (deep learning). A differenza dell’apprendimento automatico base, dove forse abbiamo detto alla macchina cosa specificatamente cercare in un’immagine di un gatto (come i baffi o le orecchie), nel deep learning la macchina decide da sola quali caratteristiche sono importanti. È come crescere un bambino senza dirgli mai cosa sia un gatto, ma lasciando che lo scopra da solo guardando il mondo intorno a lui.
L’IA appare così in grado di compiere compiti sempre più complessi, come comprendere il linguaggio umano o pilotare auto senza un autista. Tramite grandi quantità di dati e potenti computer che fanno esercizio con algoritmi sempre più sofisticati, queste macchine diventano in grado di riconoscere schemi e prendere decisioni, imitando in qualche modo l’intelligenza e l’apprendimento umano.
Ogni giorno che passa, l’Intelligenza Artificiale si integra sempre di più nella nostra vita, dal riconoscimento facciale nei nostri telefoni all’assistenza nella diagnosi mediche in ospedale, dimostrando di essere uno dei compagni di tecnologia più versatili e in rapida evoluzione che l’umanità abbia mai creato. E mentre le macchine continuano ad apprendere in modi sempre più avanzati, noi ci avviciniamo sempre di più all’obiettivo di creare macchine che non solo pensano come noi, ma che possano anche collaborare con noi per affrontare le sfide più complesse che ci aspettano.
COMMENTI